Amira - recensione.


“La convivenza e la tolleranza fra popoli è possibile. L'importante è capire, conoscere e accettare le differenze come parte fondamentale della vita.”
Come è possibile considerarsi una straniera dopo essere cresciuta come cittadina dell’universo della letteratura? Amira si è sentita un ragazzino che giocava sulla via Pál e una delle piccole donne dell’America di metà Ottocento: per lei confini e nazionalità sono solo etichette. Eppure, da egiziana che si trasferisce a Bari per ritrovare la storia di suo padre, si scontra con l’intolleranza e la discriminazione.
Amira è un ingegnere e aspira alla serenità, alla condivisione della vita con un ragazzo che abbia la forza di superare la disapprovazione altrui, che non si vergogni del suo velo e delle sue preghiere quotidiane, che comprenda il significato del ramadan.
Non tutti, però, scoprirà Amira durante il suo soggiorno a Bari, sanno accettare la diversità e abbracciarla come portatrice di ricchezza. Le dediche di suo padre sui libri che le ha lasciato saranno una guida per affrontare le insidie della vita, degli insegnamenti veicolati attraverso i classici della letteratura che la aiuteranno a trovare la propria strada e la propria identità, al di là di ogni confine.

Avete presente quando state leggendo un libro e lo volete finire ma al tempo stesso non volete? Avete presente quando state leggendo un libro ed esso vi emoziona più della vita che state vivendo? Avete presente quei libri che vi lasciano qualcosa dentro, qualcosa che non se ne andrà più? Amira è uno di quei libri. La storia di una ragazza egiziana trasferitasi dall'altra parte del mondo per conoscere la terra natale di suo padre e intenta a sopravvivere all'ingiustizia e all'intolleranza vi lascerà senza parola.
È un romanzo che non può mancare nel vostro bagaglio culturale, e ne sentiremo parlare molto a mio parere. La protagonista non passa vicende disgraziate come quelle di Mariam di Mille Splendidi Soli, ma è comunque molto toccante. Affronterà non solo le difficoltà di essere una straniera musulmana con il velo in una città bigotta e intollerante come Bari, ma anche i problemi della giovinezza. La famiglia, l'amore e il sesso. E tutto si ricollega alla sua tradizione e al suo credo. Sarà costretta a rivedere le sue abitudini, fra lavoro, amore e amici. Il suo programma di preghiere subirà un cambio drastico e più di una volta le sembrerà di aver perso se stessa. È convinta di aver trovato l'amore della sua vita, di avere amiche speciali e invece riceverà solo calci nello stomaco. La sua più grande fortuna è aver ritrovato una cugina che la ama per quello che è, che la ospita e la considera una sorella. Non posso nascondere di aver versato qualche lacrima alla fine della storia di Amira. I sentimenti che ho provato erano un misto di delusione e rabbia, ma anche contentezza per il lieto fine. I personaggi sono molto ben definiti, già dall'inizio si entra bene nelle loro menti e si percepiscono i loro stati d'animo. Niente da ridire sulla scrittura, una lettura semplice ma d'effetto, come ho già detto molto toccante. Un grazie all'autrice che mi ha permesso di conoscere Amira e la sua storia, scrivendo su un tema così importante, soprattutto al giorno d'oggi. Non posso far altro che attribuire al romanzo il pieno dei voti, 5 specchi. Leggetelo, leggetelo. Leggetelo.


-wonderful fragment°

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