Recensione "Vendetta d'amore" by Anna Grieco e Irene Grazzini


Londra, XVIII secolo. La contessina Elizabeth Clarendon ha preso la sua decisione: rinuncerà agli agi del suo rango per fuggire insieme all'uomo che ama, Kenneth, anche se è solo un umile stalliere. Non ha fatto i conti con il padre, uomo egoista e meschino, che minaccia di far uccidere il servo innamorato. Per salvarlo, Elizabeth è costretta ad allontanarlo da sé con l'inganno, anche a costo di mentire e spezzargli il cuore.
Un anno dopo, Kenneth è diventato il nono duca di Wellesley e ha un solo pensiero: vendicarsi dell'umiliazione subita. Ma è davvero questo il suo unico desiderio? Allora perché l'unica cosa a cui riesce a pensare sono quegli occhi di zaffiro capaci di accendergli il sangue nelle vene? E in chi si è trasformato in questo lungo anno di cambiamenti? Cosa farà Elizabeth ora che il suo amore è tornato e si trova nuovamente divisa tra obblighi e sentimenti?

Mi è piaciuta molto l'atmosfera di questo romanzo. L'epoca Vittoriana, come quella Elisabettiana, ormai è diventata un must nella letteratura, e, come per ogni cosa fin troppo sentita, alla lunga c'è il rischio che stanchi. Invece l'atmosfera del romanzo è fresca, vivace, colorata, e non è la solita scusa per creare un certo clima, ma si intreccia alla perfezione con la trama e i personaggi. Dell'epoca Vittoriana vengono analizzati certi dogmi come l'onore, gli obblighi sociali, le maschere, il costume, la famiglia, gli squilibri sociali, l'emancipazione... Questa è una delle cose che ho amato di più del libro: da un romance ci si aspetta fondamentalmente che racconti l'amore tra i due protagonisti; invece il romanzo ha tante storie diverse da raccontare, che si intrecciano, sono sviluppate con attenzione, si arricchiscono e arricchiscono la narrazione. Mi ha entusiasmato da impazzire vedere quante corde vengono toccate in poco più di trecento pagine. E anche se ha molto da raccontare, in realtà il libro resta sempre fresco, leggero e spumeggiante, senza annoiare o appesantire mai il lettore ma, anzi, lasciandogli un brio frizzantino.

Altra cosa che ho amato: i personaggi. Voglio dire, ognuno a modo proprio, li ho amati praticamente tutti. E sono un quintale. Ma hanno un'energia sorprendente ed è impossibile non venirne investiti. Ognuno con la propria personalità e caratterizzazione, ognuno con la propria vita che si intreccia alle altre. E cosa fondamentale: tutti hanno il proprio spazio, peso e importanza sulla scena. Non sono solo le vicende dei protagonisti a invadere le pagine eclissando quelle degli altri personaggi. Al contrario è importante che le vite di ognuno di loro, in giusta misura, vengano analizzate.

Altra cosa che mi ha lasciato piacevolmente perplessa è che il libro sia stato scritto da due autrici diverse (insieme, per carità, ma pur sempre due persone diverse con due menti diverse), ma abbia una coerenza interna pazzesca. Ogni elemento, dialogo o frase, ogni cosa ha il suo senso, e ogni filo viene tirato. E questa cosa, semplicemente, mi fa impazzire.

In conclusione Vendetta d'amore non si è rivelato il romanzo che pensavo fosse, ma l'ho davvero apprezzato e sì, sotto alcuni aspetti, l'ho completamente e totalmente adorato. Perciò, ovviamente, ora lo consiglierò caldamente a ogni essere vivente che incrocerà la mia strada, e temo che questo comprenda anche voi. Perciò scusatemi, ma insomma ormai dovreste sapere che rischio correte a leggere le mie recensioni, no?
Buona lettura!





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