Recensione "La carezza del ragno" by Paola Rocco


Chiariamo subito una cosa: non sono una grande amante del giallo. Non che lo eviti come fosse la peste o svaluti un libro a prescindere solo perché appartiene a questo genere; solo che ecco, non credo sia molto per me. Il punto è che son cresciuta amando Scooby - Doo alla follia, e se c'è una cosa che il cartone mi ha insegnato è che ogni mistero ha una sua soluzione, e che per quanto questa possa essere inaspettata e sconvolgente, spesso si rivela essere la più semplice.
Perciò, vedete, ho bisogno che di ogni mistero vengano date le relative risposte, e che queste risposte siano esaustive, coerenti, in grado di sorprendere, ma non così eccessivamente complicate da essere completamente non plausibili... E poi andiamo, sono cresciuta sognando di far parte di una banda investigativa di nerd disadagiati; i detective troppo perfetti e che se la tirano proprio non li sopporto. Ora capite perché la maggior parte dei gialli non fa per me?

Così un po' titubante ho preso in mano questo libro, dicendomi perché no?, quando in fondo non ci credevo poi molto neanche io. L'ho adorato.

Il 12 settembre 1956, alle 4.45 del mattino, la ventenne principessa Francesca Bentivoglio (unica erede di una nobile famiglia caduta ormai in disgrazia) precipita da un palazzo abbandonato, morendo sul colpo. A indagare sulla vicenda saranno il commissario Giovanni Leoncavallo e il suo vice Riccardo Lodello, dando il via a una serie di interrogatori a numerosi personaggi, spesso strampalati e pittoreschi. In una Roma dalle mille facce, la vicenda si snoda seguendo varie piste, e le risposte saranno un grande e inaspettato colpo di scena finale.

Non so bene da dove iniziare per parlare di questo romanzo. Ovviamente ho apprezzato la trama, "stranamente" sono più che soddisfatta delle soluzioni finali (non mi capita da non so quanto tempo); ma ciò su cui mi viene da concentrarmi maggiormente sono i personaggi. Sono proprio i diversi attori che occupano la scena, infatti, uno dei fondamenti su cui ruota la storia. Gli stessi primi capitoli del libro, tra l'altro, sono una vera e propria carrellata di personaggi. In ognuno di essi, infatti, viene presentata almeno una nuova figura, e se proprio questa diventa il cardine intorno cui si sviluppano le pagine a essa dedicate, allo stesso tempo il discorso sul personaggio diventa un trampolino di lancio per ampliare la narrazione. Ma non facciamoci distrarre: ogni singolo attore è in realtà importante, e mi è piaciuto molto come infine risultino tutti essere collegati da un unico filo rosso. Inoltre ho apprezzato come il carattere di ogni singolo attore sia fondamentale, perché vi è proprio questo alla base delle azioni del singolo e del ruolo che assume all'interno della vicenda. Tant'è che perfino il carattere della giovane defunta è centrale, e ci si premura di incentrare il discorso anche su di esso.
Due parole vanno spese anche sullo stile. Non definirei a occhi chiusi la scrittura dell'autrice semplice. Non che sia particolarmente complessa, solo, soprattutto nei primi capitoli in cui ancora non si è immersi nel clima del romanzo, richiede un po' d'attenzione. Le 267 pagine che compongono il libro scorrono abbastanza facilmente, soprattutto mano a mano che si viene catturati dalla storia; però, ecco, bisogna prestare attenzione. Tutto, comunque, viene spiegato chiaramente, e non restano dubbi o punti bui a fine lettura.
La carezza del ragno non sarà di certo il libro che mi farà cambiare totalmente idea sui gialli, però è un libro che ho apprezzato, che mi è davvero piaciuto, nonostante non sia una grande fan del genere. E di questo è bene tener conto... Non è anche questo, in fondo, simbolo di qualità?
Buona lettura!





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