Rencensione: Melody - Sharon M. Draper

Melody ha una memoria fotografica eccezionale. La sua mente è come una videocamera costantemente in modalità "registrazione". E non c'è il tasto "Cancella". È l'alunna più intelligente della scuola, ma nessuno lo sa. 

Vincitore Premio Andersen 2016. Miglior libro oltre i 12 anni


Quasi tutti - compresi i suoi insegnanti e i medici - ritengono che lei non abbia alcuna capacità di apprendimento, e fino a oggi le sue giornate a scuola sono state scandite da noiosissime ripetizioni dell'alfabeto. Cose da prima elementare. Se solo lei potesse parlare, se solo potesse dire che cosa pensa e che cosa sa... Ma non può. Perché Melody non può parlare. Non può camminare. Non può scrivere. Melody sente scoppiare la propria voce dentro la sua testa: questo bisogno di comunicare la farà impazzire, ne è certa. Finché un giorno non scopre qualcosa che le permetterà di esprimersi. Dopo undici anni, finalmente Melody avrà una voce. Però non tutti intorno a lei sono pronti per quello che dirà.




Melody ha undici anni. Non è una ragazza combattiva, non ancora almeno.
È affetta da paralisi celebrare e seppur le parole intasino la sua mente, non hanno via di fuga da essa.
Non può parlare, né muovere qualsiasi arto, tranne i pollici, ma è sufficiente. Sufficiente per fare emergere quanto intelligente lei sia, attraverso un computer fatto apposta per lei. 
Appena assume la capacità di finalmente interagire con gli altri, inizia senza che lei lo sappia la sua battaglia più grande.
Se prima era una ragazza invisibile o oggetto di sguardi frettolosi, che più si concentravano sulla sua sedia a rotelle, che su di lei, adesso è la sua intelligenza a catturare l'attenzione. 
La sua nuova voce meccanica desta sospetti, incertezze, gelosie negli animi degli adulti, quanto in quelli dei bambini.
Melody passa dal essere costretta ad ascoltare l' alfabeto e guardare i cartoni animati, alle classi "normali", primeggiando in queste.
Eppure questo racconto, per quanto ben scritto, è stato come un sorso di un ottimo cocktail. Magnifico, rinfrescante...quanto breve.
Un finale alquanto frettoloso, quasi tagliato, che poco rende l'idea del l'insegnamento che Melody vuole trasmetterci o da come procederà di lì in poi la sua vita.
Il racconto non presenta grandi svolte, è abbastanza prevedibile, ma è facile riuscire a rivolgersi con occhi diversi a persone che sin troppo abitualmente vengono ignorate o messe, consciamente o meno, ai margini della società .
Questa è la grande capacità dell'autrice, riuscire a mostrarci uno scorcio di cosa significa essere imparentati con una persona affetta da una paralisi. Le azioni quotidiane come vestirsi diventano vere e proprie imprese, il solo girarsi su se stessi, dopo una caduta è una conquista, ma non riuscire ad esprimersi è qualcosa che è impossibile riuscire a comprendere, se da sempre si ha la capacità di colloquiare con gli altri.
Ma non poter dire ai propri famigliari  che gli vuoi bene o esprimere semplicemente una propria opinione, è semplicemente impensabile per chi ne ha da sempre la facoltà.
Questo racconto ha comunque uno scopo, serve a sensibilizzare. Non s'impone di far mutare il nostro pensiero, verso i diversamente abili, ma ci riesce, pagina dopo pagina.
Il fatto strano? Ho trovato questo romanzo sullo stesso scaffale di After, uno accanto a l'altro, in quanto avevano entrambi in comune la stessa età di lettura, ma indubbiamente null'altro.

Lost Inside My Universe


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