Riparare i viventi - Maylis de Kerangal



Riparare i viventi - Maylis de Kerangal


Questo libro tratta un tema delicato, ovvero la donazione degli organi. È la storia di Simon Limbres che un giorno, tornando a casa dalla sua passione, il surf, insieme a degli amici è vittima di un’incidente stradale. Da quel momento Simon Limbres non sarà più padrone delle sue decisioni, e saranno gli altri a decidere che, se per Simon ogni speranza è svanita per sempre, per il suo cuore non è così.


Il libro è un susseguirsi di punti di vista, tutti portati avanti attraverso la terza persona che si appoggia ai diversi personaggi. La vicenda inizia con Simon Limbres, il cui punto di vista non potrà più essere ripreso. Si vive la storia da vicino, entrando nei personaggi, nei loro pensieri, preoccupazioni, problemi, attraverso i dettagli e i piccoli gesti, fino a spaziare nel loro passato e nella loro vita. Una moltitudine di storie che si intrecciano a quella del cuore di Simon Limbres.
La Kerangal riesce con le sue parole a farci entrare nella storia, e sentirci parte. Uno stile ricco di particolari, ogni cosa è descritta nel dettaglio in modo da poterla visionare. Una scrittura che tiene sempre sospesi, la suspense è alta in ogni momento del libro che richiama quello successivo.
La precisione dell’autrice la si nota anche nell'accuratezza delle procedure e dei termini medici, a partire dalle condizioni della morte in cui il cuore, l’organo da sempre identificato come il contenitore della vita, delle emozioni, è declassato dal suo ruolo. Si può essere morti anche se il cuore batte ancora, si tratta di morte celebrale. Quella morte crudele, quel corpo che pare ancora vivo agli occhi dei genitori disperati, ma che in realtà non lo è più.
L’accuratezza è anche nelle procedure per la selezione del ricevente, così come negli accenni alle novità mediche, alla ricostruzione di un cuore artificiale.
Se dovessi trovare un modo semplice per descrivere ciò che mi ha lasciato questo libro direi che è crudamente vero. Il tema della donazione a mio parere si ritrova pienamente nella frase che poi dà il titolo al romanzo, in quel sepellire i morti, riparare i viventi. Laddove non si può più far niente per riportare indietro la vita, la forza di due genitori disperati ha reso possibile salvarne un’altra.
L’unico difetto, se così posso chiamarlo, che ho trovato alla storia è lo sbilanciamento tra la parte sull'espianto e quella sulla donazione. Non so se fosse voluto dall'autrice, ma mi rimane in parte la curiosità di sapere qualcosa di più su Claire Méjan, la donna di cinquant'anni che ha ricevuto il cuore di Simon Limbres.



-Iris-






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