Recensione "Il segno della tempesta" by Francesca Noto


In un contesto come quello di Più libri più liberi (la fiera del libro che si tiene ogni anno a Roma a cavallo dell'8 dicembre) di volumi se ne vedono tanti, quasi troppi, un'infinità. Così, mentre spulciavo qua e là, mi sono affacciata allo stand dell'Astro Edizioni, con l'intento di comprare tutto un altro romanzo. E mi ritrovo, invece, con in mano Il segno della tempesta di Francesca Noto, il mio fiero bottino di guerra. E non solo per la copertina mozzafiato di Livia De Simone, il formato che mi fa impazzire e la simpatia e l'entusiasmo travolgente dell'autrice. Con il segno del poi, mi piace pensare che ho comprato questo libro perché era lì per me, perché era giusto che accadesse, perché doveva andare così. Destino o no, comunque, credo davvero che leggere questo romanzo in questo momento fosse giusto. Non so come altro dirlo.

Lea Schneider ha un dono, o forse una maledizione. Riesce a percepire chiaramente le emozioni altrui; ma non è mai stata in grado di controllarlo, e perciò per lei è sempre stato tutto solo un fardello complicato da gestire. Fin quando Lea, un giorno, si accorge di non essere felice, che non sente sua la vita che sta vivendo, e seguendo le proprie emozioni e degli strani sogni lascia tutto e parte per la Florida. Ciò che non sa è che quel suo viaggio, come il suo dono, fa parte di un disegno più grande. E che nel suo cammino c'è Sven, il ragazzo senza passato e con uno strano potere. Nuove forze scoprono le carte di una partita antica di cui i due giovani sono il fulcro.

Lo ammetto, anche dopo aver acquistato il libro, la parte più diffidente di me era ancora un po' scettica. Come ho spiegato sul momento anche all'autrice, che è stata più che disponibile per chiarire i miei dubbi, temevo fosse la solita storia: la protagonista bella, perfetta, superdotata e che non ne sbaglia mai una; il bel tenebroso con cui nasce la tipica storia d'amore superficiale e infondata; la trama trita e ritrita... insomma, un romanzo come i tantissimi altri che invadono gli scaffali delle nostre librerie. Invece, per fortuna, mi sbagliavo su tutta la linea. Finalmente qualcosa di diverso, è stato il mio grido finale; finalmente qualcosa di diverso, ho esultato quasi a ogni pagina. Ma andiamo con ordine.

Il segno della tempesta è un urban fantasy di giusto 350 pagine. È pensato come un libro autoconclusivo, anche se l'autrice si lascia la porta aperta per un prequel e un sequel (che gradirei molto, anche per approfondire il finale un po' troppo affrettato), e nasce come romanzo per adolescenti, nonostante sia fruibilissimo a qualsiasi età. Prima di continuare a commentare devo fare una dichiarazione: sono totalmente e follemente innamorata della scrittura di Francesca Noto. Innanzitutto il modo di spiegare e far capire al lettore. Mai, in nessun momento, descrizione o riflessione è eccessiva. L'autrice spiega il necessario, ma dà anche i giusti indizi nel testo, così che sia per i pensieri e le emozioni dei personaggi, sia per le motivazioni delle loro azioni, sia per introdurre il nuovo mondo, offre gli elementi di cui si ha bisogno, ma lascia a chi legge la libertà di ricostruire poi il quadro completo, muovendosi con i propri tempi e spazi.

Un'altra cosa che ho adorato è che non solo i personaggi, ma anche le emozioni, le azioni, l'intera storia sono profondamente umani, e così reali che si vivono davvero sulla propria pelle. Francesca Noto riprende alcune delle tipiche situazioni presenti nei romanzi, eppure le fa proprie, cambia i punti di vista, li rende più aderenti alla realtà, e totalmente nuove. E anche solo per il modo in cui è scritto, il libro merita ampiamente di essere letto.

La mia amatissima copia autografata
Ciò che in definitiva ho amato di più è quella che mi piace definire la naturalezza dello scorrere degli eventi. Non è solo giocare la narrazione sul destino inevitabile dei personaggi, ma un vero e proprio modo di vedere il mondo. Lea sceglie di partire e cambiare totalmente la sua vita perché non è felice, perché non è quello il suo posto; e invece di ignorare il tutto per comodità, sceglie la via più difficile: partire e lasciarsi tutto alle spalle, cercare il luogo da chiamare casa. Credo sia un messaggio bellissimo, e per nulla scontato. Altro fattore che ho adorato è come ogni cosa vada al suo posto quando si sceglie di seguire la propria strada, perché semplicemente è così che devono andare. Infine è dolcissimo e meraviglioso il sentimento di Lea e Sven: niente finzione, nessun inutile giochetto o strategia; è tutto così semplice e naturale: due esseri umani che con le loro qualità, difetti, forza e debolezze si conoscono gradualmente, si piacciono, si avvicinano un passo alla volta e cercano e trovano un equilibrio insieme. È un amore così puro da allargare il cuore.

Il segno della tempesta è un libro che ho amato in tantissimi modi e per tantissimi aspetti diversi. E forse ora sono di parte, ma credo davvero sia un testo che merita di essere letto e diffuso, perché nella sua semplicità ha davvero tanto da dare. Di certo, terrò la mia copia con la massima cura e dedicandole il massimo affetto; certa che ogni volta che vorrò, sarà pronta ad accogliermi nuovamente tra le sue splendide pagine.
Buona lettura!




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