Recensione - "E Morì a Occhi Aperti."

"Ah, l'esistenza è come l'acqua che si infiltra ovunque, eppure scorre sempre via."
Il corpo senza vita di Charlie Staniland viene ritrovato sul ciglio della strada, nella zona West 5 di Londra, riverso dietro alcuni cespugli. È notte, la pioggia continua a cadere senza tregua, e Scotland Yard ha indagini più importanti da portare avanti. Di fatti, Bowman della squadra omicidi passa subito la torcia al sergente della sezione Delitti irrisolti: il cadavere ha ancora gli occhi aperti, prima di farlo fuori i tipi che lo hanno ucciso devono essersi divertiti parecchio. La faccia è quasi irriconoscibile e il corpo è un ecchimosi dalla tasta ai piedi. Un alcolizzato di mezza età non interessa a nessuno: Charles Staniland, la moglie e la figlia lo avevano abbandonato, senza lavoro, una donna che lo ha fatto impazzire e una grossa eredità dilapidata come se niente fosse. E poi una quantità enorme di pagine di diario e di registrazioni per scoprire chi era veramente e perché è stato ucciso. 

Un thriller del 1984 dal quale Fanucci ne ha tirato fuori un'edizione con i fiocchi. A primo impatto, quando il corriere ha suonato il campanello per consegnarmelo, sono rimasta sbalordita. La copertina mi ha subito rapita, tanto da mettere momentaneamente da parte quello che stavo leggendo per buttarmici subito a capo fitto.
Non conoscevo Derek Raymond, quindi non sapevo a cosa sarei andata incontro, ma amando i thriller ne sono difatti rimasta molto colpita. E' un libro molto leggero ma che nella sua cortezza rimane impresso. Ci sono due diversi tipi di noir, quello intrigante e che appassiona, e quello di Derek Raymond: raffinato, colto e sobrio. Non ci dice niente del sergente protagonista, ma in realtà ci dice tutto. Non rispecchia le sembianze annoiate del poliziotto stipendiato che conta le settimane alla pensione, lui vive il crimine. Vive l'ingiustizia dell'omicidio, fino a credere che i colpevoli saranno puniti, nonostante non riceva alcuno aiuto dai suoi superiori e colleghi. 
Ho gradito molto anche i capitoli corti, e il fatto che passi da una collocazione all'altra senza troppi giri di parole. Magari in un capitolo il nostro sergente senza nome è nella West 5 di Londra e in quello dopo si trova in un locale in centro alla ricerca di parenti e amici della vittima da interrogare. Per molti non è logico, ma mi ha fatto apprezzare molto di più il libro. I dialoghi sono chiari e lineari, così come la sua narrazione. descrittiva e incalzante al punto giusto. Come ha detto Gialloweb, il lettore insieme al protagonista ha rivoltato una Londra violenta e corrotta alla ricerca del colpevole. 
E la bravura di uno scrittore di thriller si vede anche da questo: il lettore non deve riuscire a capire chi sia l'assassino fino a che non viene rivelato da egli stesso, altrimenti il gusto dove sta, giusto? 
Aggiudico a E Morì a Occhi Aperti cinque specchi, e adesso corro a leggermi Aprile è il più Crudele dei Mesi!

-wonderful fragments°







Commenti

  1. Ciao! Ho riaperto il blog su un nuovo account e ho perso tutti i contatti. Io già ti seguo. Se ti va di seguirmi anche qui il blog è www.theconnornation.com

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